Verticale QRO bande basse e spazi ridotti

— aggiornamento progetto —

… e accettabili compromessi …….

ovvero : la verticale a modo mio ……

un collega mi ha chiesto di aiutarlo a realizzare una verticale in banda 80 metri, con possibilità a comando di utilizzo in 160 ed eventualmente anche in 40.

Parametri di progetto: spazio ridotto, impatto visivo ed ambientale accettabili, buona efficienza

andiamo con ordine

 

[progetto]

la teoria di funzionamento e progettazione di una verticale è chiara e ampiamente diffusa seppur con diverse interpretazioni. Nel nostro caso per ragioni anche meccaniche, uno stilo di circa 20 metri (1/4L) è impraticabile, quindi….

  1. Altezza massima: circa 17 metri
  2. Materiali: tubo in alluminio con diametri variabili tra 60 e 19mm e spessori adeguati a supportare la struttura. Sezioni da 220cm bloccate con morsetti inox per usi intensivi.
  3. Base : profilo “T” in acciaio su base interrata in cemento.
  4. Fissaggio radiatore : con 3 morsetti Stauff in polipropilene e abbattimento manuale
  5. Piano di terra: a raggiera (inox) alla base ricoperto da sottile strato di terra. Opzione per altri radiali sopra il terreno anche sollevati (vedi sotto)
  6. Cablaggi interni in rame argentato isolato in teflon
  7. W2DU su RG142
  8. Bulloneria inox.

Per esperienze precedenti si è scelto di non installare un sistema di tiranti. Nonostante i forti venti presenzi in zona non si sono verificati particolari problemi….. salvo la normale “dinamica” meccanica……


 

[adattamento] quanto riguarda l’adattamento, la scelta di effettuarlo alla base è la via più semplice e aperta ad interventi evolutivi

Si può costruire un induttanza fissa con prese multiple commutabili oppure utilizzare un induttore variabile  motorizzato e controllato a distanza. Ho scelto di utilizzare due induttanze variabili in serie che consentono un migliore affinamento del sistema radiante. L’intero sistema di adattamento è contenuto in una scatola stagna posizionata alla base dell’antenna.

è a tutti gli effetti un classico L-Match. Se realizzato con materiali idonei permette di ottenere la massima efficienza pur essendo circuitale te molto semplice.

Potrebbe essere sostituito da una induttanza a prese multiple ma qui c’è il vantaggio di poter posizionare le prese in  qualsiasi punto ed il bypass della sezione non utilizzata minimizza le perdite

 


 

[configurazione 80m]

Come detto lo stilo di base deve risuonare ed essere utilizzabile in banda 80 metri. La differenza dimensionale tra 1/4L e la lunghezza effettiva del radiatore è minima, quindi con un semplice induttore (variabile nel caso specifico) in serie impostato a poco più di 5uH si è ottenuto il perfetto adattamento, con minimo al confine tra CW e SSB ma comunque utilizzabile senza difficoltà fino ai limiti della banda assegnata. I primi test di funzionamento hanno dato risultati molto positivi ed incoraggianti. Sono seguiti testi di tenuta in keydown a 100 e 500w e infine a 1Kw che non hanno evidenziato difficoltà di sorta. L’induttanza variabile è un surplus (ricambio NOS) di stazione HF navale di alta potenza di produzione nazionale.


[configurazione 160m]

Siamo prossimi ad 1/10L quindi serve un rinforzo el circuito di adattamento.
La configurazione più semplice per l’uso anche in 160 è l’inserimento, a monte di quello per gli 80m, di una seconda induttanza variabile,  di valore adeguato e con la funzione di portare in risonanza lo stilo in banda ed adattarlo al meglio, da inserire sul circuito quando necessario. Per l’induttanza si è scelta la versione XL di quella utilizzata in 80. Stessa provenienza e stesso costruttore, dimensioni e valori elettrici decisamente più importanti. Sommando poco più di 38 uH a quelli già in uso per gli 80 si è ottenuto un adattamento ottimale in banda 160M. C’è un lieve disadattamento eventualmente compensabile, con l’ATU incorporato nell’RTX che non influisce su rendimento generale. Sono  seguiti test di funzionalità e “tenuta” come per gli 80M


 

[selezione banda]

La selezione della banda è stata la scelta più complessa e dispendiosa (in tempo)

varie le possibili soluzioni

  • Manuale (cavallotto locale)
  • Remota (con doppio relè alto isolamento)
  • Remota (con singolo relè alto isolamento o meglio sottovuoto)

Scartata quella manuale, la configurazione a doppio relè pur se realizzabile introduce troppi elementi di “rischio” soprattutto in caso di uso intensivo (contest)

Analizzando il lavoro di altri sperimentatori, in particolare di Phil (AD5X) ho scelto un approccio più diretto e semplice

  • le due induttanze sono collegate in serie e sempre inserite sul circuito
  • quella per i 160 viene bypassata con un relè ad alto isolamento o meglio sottovuoto per il funzionamento in 80M
  • tale configurazione non presenta particolari anomalie in 80 ed ha un solo punto critico di commutazione
  • l’utilizzo di un relè RF sottovuoto elimina drasticamente i rischi di archi interni (decisamente probabili con rele tradizionali anche “robusti”.


La commutazione “fisica” è realizzata con un relay sottovuoto NOS surplus di provenienza ex URSS facilmente reperibile online o sui mercatini a prezzi modici.

la denominazione occidentale è V2V-1V (originale B2B-1B) ed ha le seguenti caratteristiche

 

*Tensione di lavoro a 30 MHz: max. 4 kV
*Tensione di lavoro a 3 MHz: max. 5.5 kV
*Corrente a 30 MHz: max. 15 A
*Corrente a 3 MHz: max. 35 A
*Frequenza max: 30 MHz
*Tensione bobina: variabile da 10 a 30v in base al caso tipica 24v
*Tensione rilascio bobina : da 1 V
*Tempo di commutazione tipico: 35 ms
*Capacità in chiusura: 2.2 pF
*Resistenza di contatto: 0.015 Ω
*Resistenza bobina: 180 – 200 Ω
*Isolamento bobina: 500 V / 500 MΩ
*Temperatura di lavoro: -60 – +100 °C
*Vita operativa stimata: 100,000 commutazioni

Per valutarne meglio le dimensioni : i due morsetti ai lati del bulbo in vetro sono M8!
scheda tecnica  (in originale) V2V-1V


 

In uscita è presente un choke RF di tipo W2DU realizzato con RG-142 in teflon e 70 perline in ferrite Ferroxcube TN10/6/4-3E25, ognuna delle quali ha un Al 2250 e un Ui 5500 (decisamente superiori alle altre soluzioni disponibili sul mercato). Un secondo choke è presente all’ingresso in stazione; non è necessario ma è sempre meglio essere prudenti. E in ogni caso, come per ogni sistema di antenna, è sempre meglio tenere sotto controllo le CMC il più vicino possibile al punto di alimentazione. Il choke dovrebbe essere preferibilmente ottimizzato per la banda o le bande in uso, scegliendo opportunamente la miscela di ferrite più adatta. Inutile ricordare che i cosiddetti “ugly balun” ottenuti avvolgendo il coassiale a in aria a spirale e i toroidi a colori brillanti (polveri di ferro) sono totalmente inutili in bande basse, e marginali in quelle alte

 

circuito di adattamento (versione definitiva)

 


[telecomando]

Per i il comando a distanza ho scelto un normale telecomando a 2 canali (4 commutazioni) per cancelli in UHF con portata ben superiore a quella necessaria. La commutazione si effettua direttamente dalla stazione con il piccolo comando tascabile. Non esiste un feedback ottico sulla banda in uso ma è sufficiente osservare (o ascoltare) il livello del segnale per capirlo. Sono disponibili altre sezioni che rendono possible l’inserimento di una ulteriore sezione di adattamento in 40M.

RX telecomando (qui in versione 12V) quello utilizzato è in versione 24v

Sia il relè che il telecomando sono alimentati a 24 v. Il circuito prevede un alimentatore switching sigillato di tipo industriale ed un semplice filtro sulla CC con varistore, induttanza ed un paio di condensatori, oltre all’onnipresente diodo sulla bobina del relè.


circuito di adattamento (in fase di assemblaggio)

 

lavori in corso

 

[radiali]

La soluzione dei radiali al terreno è una scelta obbligata per l’impossibilità fisica di installare radiali sollevati. Con soli 4 o 8 radiali sollevati da terra si sarebbe potuta realizzare una ottima GP con angolo di radiazione basso e polarizzazione perfettamente verticale.

Si è sfruttato tutto il terreno disponibile stendendo oltre 300 metri di filo inox da 1mm in maniera il più possibile uniforme. I radiali non sono risonanti e di lunghezza variabile in base alla conformazione del terreno. Convergono a gruppi di 10 in un anello di rame che funge da “bus” di collegamento e sono stati ricoperti da un sottile strato di terra poi seminato. Non è una perfetta raggiera a 360 gradi ma svolge egregiamente il suo compito. In corso prove per verificare se installare ulteriori radiali sopra il terreno

[evoluzione]

è un progetto in continua evoluzione e i futuri punti di intervento saranno

  • ulteriore miglioramento efficienza con introduzione di cappello capacitivo. In questo modo si porterebbe la risonanza naturale in 80m eliminando il secondo induttore.
  • estensione per quanto possibile della superficie radiali
  • estensione in 40 metri

[misure]

— prossimamente —

[verifiche sul campo]

le prime verifiche sul campo in configurazione definitiva. I risultati in 80M sono decisamente soddisfacenti, con copertura globale, anche in ricezione dove solitamente il rumore prevarica il segnale. In 160 ovviamente esistono dei limiti sia in TX che in RX ma non è difficile in CW attraversare gli oceani…….

test SSB 80M
FT8 / 160

Nonostante l’assenza di tiranti la resistenza al forte vento montano è rimarchevole e senza particolari conseguenze.Grazie anche alla relativa elasticità degli stauff…….

FT8 / 80

stauff

ricalcolata 05/2020 (versione 80M)

su una impedenza di 22 ohm (da portare poi a 50 tramite UN-UN realizzato su una coppia di Ft240-43)

con poco più di 4uH di induttanza alla base

per i 160M sono necessari in totale circa 60uH

 

 


grazie a Phil AD5X per l’ispirazione e le idee

e come sempre a L. B. Cebik, W4RNL (SK) per i “sacri” testi che ci ha tramandato


K2AV ovvero contrappeso ripiegato

—- in aggiornamento ——

Il perenne dilemma in fase di progetto e installazione di antenne verticali HF , sia full che accorciate, è la realizzazione di un adeguato piano di terra o massa che dir si voglia…. (detto anche il secondo braccio dell’antenna)

Anche perché, si tratta in ogni caso della classica antenna 1/4 con piano di massa detta ance ground plane antenna ……. termine in disuso ……

Sia che si tratti di decine di radiali risonanti o non risonai distesi al suolo sia che si tratti di pochi elementi risonanti opportunamente sollevati da terra, non sempre lo spazio disponibile è adeguato o utilizzabile liberamente

Il classico esempio per una verticale bande basse mono o multibanda: un minimo di due radiali risonanti e sollevati dal terreno per ogni banda (160/80/40) disposti a 180 gradi tra loro.

Ancora più complesso stendere radiali sul terreno risonanti o no.. lo schema classico prevede un radiale ogni 3 gradi quindi per una corretta disposizione ne servono 120 disposti sui 360 gradi …… una gran massa di rame

Puo essere d’aiuto disporre di una superficie metallica, magari in rame, da sfruttare quale piano principale di terra subito sotto l’antenna……. ma anche questa situazione è decisamente rara

che fare?

esistono soluzioni di ripiego : singolo radiale lineare o parzialmente ripiegato, serie di paline di terra, radiali disposti a caso sul terreno i base alla disponibilità di spazio, configurazione mista sollevati e al terreno (non consigliabile ma se non c’è di meglio ) …….

 

In realtà esiste una soluzione pratica ed intelligente ma soltanto monomania, a meno di non intaccarne la “pulizia” e l’efficienza

parliamo di   FCP (Contrappeso Ripiegato) secondo il progetto di K2AV in 160

 

In pratica si tratta di installare un singolo contrappeso di lunghezza opportuna, ripiegato due volte in base allo schema che riporto sotto e accoppiato al radiatore e alla discesa tramite un trasformatore di adattamento con avvolgimento bifilare

—- in aggiornamento ——

http://www.balundesigns.com/content/FCP%20Design.pdf

 

 

Antenna VK6 (e travelling wave in generale)

La grande famiglia delle Antenne ad Onda Progressiva o Travelling Wave……
Caratterizzate dalla presenza di terminazioni resistive e che in particolari condizioni di progetto possono diventare estremamente direttive e con un buon guadagno. Ma per farlo la lunghezza dei singoli bracci deve essere almeno 1L (solitamente 2 o 3L!). L’efficienza è in parte ridotta a causa della dissipazione introdotta dalle resistenza, in compenso è possibile ottenere buoni adattamenti, spesso senza richiedere ATU, su gran parte della banda coperta. La lunghezza dell’elemento ( o del braccio) determina la possibilità di adattamento sulle bande più basse. La direttività è sempre verso la terminazione. Possono essere terminate a terra oppure no ma sono sempre caratterizzate da un gruppo resistivo di linearizzazione dell’impedenza abbinato ad un balun o un-un adeguato
Ne esistono diverse tipologie costruttive…. radiatore singolo, dipoli aperti, dipoli chiusi, U invertita,  versioni a v stretto (vee beam) che diventano estremamente direttive ed mostruosamente lunghe (2,3,4L!)….

Inverded U

vee beam

Fanno parte della famiglia anche le classiche T2FD e T3FD.

Le antenne terminate sono molto utilizzate in ambito professionale in quanto permettono operatività ALE e a salti di frequenza superando i limiti fisici degli ATU.

Per chi volesse approfondire l’argomento, il web è pieno di informazioni utili

ad esempio

W8JI

https://www.w8ji.com/rhombic_antennas.htm

https://www.w8ji.com/curtain%20sterba%20USIA%20array.htm

PA5A

http://www.pa5ca.com/pa6z/PROJECTS/ANTENNAS/RHOMBIC/rhombic.html

altri

http://www.iw5edi.com/ham-radio/files/Rhombic-Math.pdf


Ho trovato due esempi interessanti che pur distaccandosi in parte dalla rigidità della classica travelling wave, forniscono spunti di sperimentazione

Dalle nebbie del 1984 emerge un articolo, pubblicato da Bill W6SAI (SK) e portato in Europa da Folke SM4HJ (SK), a proposito di una antenna sviluppata da  due colleghi australiani John VK6IM e Cres VK6YX

Si tratta di un radiatore da poco più di 22m di lunghezza, non risonante, che presenta una induttanza con terminazione in linea a circa 1/3 dall’estremità. L’adattamento avviene per mezzo di un trasformatore dedicato. Completano il tutto un collegamento di terra e, secondo me, anche un bel W2DU direttamente sulla discesa……..

Dà il meglio di se installata verticale o sloping. Da valutare l’impatto di radiali e/o contrappesi

Ruediger DC4FS è un utilizzatore in portatile e sembrerebbe una ottima soluzione di compromesso per uso campale multibanda

Misure DC4FS

nb: Sono in procinto di realizzarne una e nel frattempo vi allego il documento originale



Restando in VK, in tempi più recenti Peter VK6YSF, oltre ad aver lavorato sulle classiche terminate,  ne ha progettato una versione  a dipolo, senza la bobina, e con le sole resistenze a 1/3 dall’estremità.
Due bracci da poco più di 23m connessi ad un Balun 9:1 (non UN-UN!). In questo caso R sarà prossimo a 225ohm e in grado di dissipare almeno la metà della potenza massima utilizzata.

Ovviamente parliamo di resistenze non induttive!

maggiori informazioni e plots al suo sito

U invertita

https://vk6ysf.com/Travelling_Wave_Antenna.htm

Dipolo

https://vk6ysf.com/broadband_hf_dipole_V2.htm


Credits : W6SAI (SK)/ SM4HJ (SK)/ VK6IM / VK6YX / DC4FS / VK6YSF / W8JI / PA5CA

Barrett 910 – esperimenti

***** LAVORI IN CORSO *****

sono riuscito a mettere le mani su di una Barrett 910 imballata e mai usata…. quasi un miracolo

per chi non la conosce

   

è una antenna HF veicolare sviluppata in Australia e pensata per l’utilizzo nelle condizioni climatiche ed ambientali peggiori. In realtà è parte di un sistema completo che comprende apparati hf veicolari e molti accessori. Si fissa al telaio/supporto con una vite da 13mm. L’attacco stilo non è lo standard 3/8 ma è facilmente adattabile.

la costruzione ed i materiali usati sono di alta qualità

L’antenna è divisa in due parti: la base e lo stilo

la base, la più appariscente, contiene un adattatore automatico in grado di portare le caratteristiche dello stilo ad un livello utilizzabile dall’apparato. In parole semplici adatta l’impedenza dello stilo che può avere lunghezza variabile da 2 a 6 metri ad un livello prossimo ai 50 ohm graditi dall’apparato. Lavora dai 2 (in realtà 1.8) Mhz fino ai 30. E’ presente un preamplificatore in ricezione, che viene disattivato in trasmissione

E’ ottimizzata per stili relativamente corti e si è scelto l’approccio dell’induttore binario (13 induttanze singole avvolte in aria)  abbinato ad un trasformatore di adattamento in linea di trasmissione a rapporti multipli: 2:1, 3:2 e 1:1. All’inizio del processo di adattamento l’antenna è essenzialmente capacitiva. La prima fase prevede l’annullamento della capacità intervenendo sull’induttanza. infine si procede all’adattamento finale con il trasformatore ed eventualmente un ulteriore affinamento lato induttanza. Come si nota dallo schema, l’adattamento è realizzato con soli induttori, quindi si presume l’utilizzo di radiatori più corti di 1/4L

Non esistono all’interno parti in movimento e gli induttori sono tutti avvolti in aria. Teoricamente è possibile adattare lo stilo su qualsiasi frequenza con un SWR massimo di 2:1… Naturalmente il tutto è in funzione della qualità della terra/massa/contrappeso che riusciamo a fornire

Il cablaggio esterno è ridotto al minimo: RF e alimentazione/controllo. Quest’ultimo è un quadripolare su connettore Molex:

  1. rosso -> +12v
  2. nero ->  massa
  3. bianco -> ricezione/attivazione preamplificatore
  4. blu -> segnalazione di fine adattamento

è possibile utilizzarla collegando solo alimentazione ed RF. i fili blu e bianco DEVONO essere isolati.

il cavo è corto ma normalmente è in dotazione una prolunga terminata con un PL259 di alta qualità e i quattro fili di controllo non terminati. E’ necessario un choke sulla discesa ed è pratico inserirlo tra il breve cavo in uscita e la prolunga

E’ facilmente adattabile anche agli apparati radioamatoriali :  è sufficiente inserire un pulsante normalmente chiuso sul positivo di alimentazione dell’antenna con il quale interrompere per un attimo l’alimentazione appena prima di inviare 15/20w in cw o rtty ed il processo di accordo si avvia. Al termine, se l’adattamento è andato a buon fine, si ottiene un swr inferiore a 2:1. NON utilizzare MAI l’accordatore dell’apparato per ridurre l’SWR finale. L’ATU interno va SEMPRE disattivato

E’ anche possibile utilizzare una antenna ibrida, ovvero uno stilo più una prolunga filare per migliorare l’efficienza sotto i 40 metri. oppure integrare lo stilo con un cappello capacitivo rigido o filare.


L’idea è quella verificare come si comporta in installazioni fisse o semifisse

con un radiatore verticale oppure ibrido (stilo + filare)


Per portare all’esterno l’alimentazione ho inserito sulla discesa due power injector (bias tee). Sono facili da realizzare ma avendo sottomano un paio di MFJ-4117 inutilizzati, ho optato per questi. tra l’altro dispongono di un pratico comando on/off necessario per avviare il processo di adattamento

la prima idea (  bozza non in scala)

il corpo antenna è sollevato dal suolo di  40cm con un supporto isolato dal terreno. lo stilo è lungo circa 300cm (3 metri); a 20 cm dal vertice si collega ad un paio di elementi disposti a circa 40° e lunghi 150cm a formare una qual forma di cappello capacitivo. In uscita, a valle del bias-tee (qui usato come estrattore di dc), un choke w2du realizzato con 70 perline fb73-2401 su rg-142. La separazione tra rf e alimentazione avviene all’interno di una scatola stagna da impianti elettrici; per maggior sicurezza ho inserito un fusibile autoresettabile ed un choke sull’alimentazione realizzato avvolgendo un normale cavo rosso e nero in un BN43-7051. (immagini a breve). In stazione, raggiunta con 15 metri di M&P Ultraflex7, ho inserito un alimentatore dedicato alla Barret con fusibile autoresettabile.

Tornando all’esterno, alla base fanno capo per ora 6 radiali risonanti e sollevati dal terreno (anche se molto meno dell’altezza ottimale): nr. 2 lunghi 20 metri (circa), nr. 2 lunghi poco più di 10 metri, nr. 1 lungo 7 metri ed uno da 5 metri. La combinazione tra carico capacitivo e dei radiali consente una accettabile efficienza tra i 40 ed i 20m. Gli 80 metri sono lavorabili con prestazioni ridotte. i 17 sono al limite ma consentono comunque l’attività DX. nb: è possibile preadattare i radiali, se usati in coppia, creando dei dipoli da ottimizzare sulla banda in uso. i due bracci dei dipoli diventeranno poi i radiali da installare, a coppie, a 180 gradi tra loro. I radiali per 20 e 30 metri saranno in futuro raddoppiati.

In seguito ho aggiunto un terzo elemento come cappello capacitivo, che ora presenta un radiatore ogni 120 gradi. le estremità degli elementi di carico sono isolate e fissate ad un proprio sostegno con monofilo di nylon. L’inserimento del carico capacitivo preclude l’uso in 10m e lo rende non ottimale in 15. I 17 si salvano per poco…….. Lavorando sulle lunghezze si potrebbe migliorare il tutto.

Nb: Se non c’è spazio per i due radiali 80M, esiste una soluzione alternativa anche se controversa…. ma da sperimentare. E’ cioè possibile realizzarli in versione coassiale accorciata dal fattore di velocità. Usando Rg58 o altro cavo con isolamento in pvc, calcolare il quarto d’onda in 80M, diviso 4 / moltiplicato .66 e si ottiene la lunghezza effettiva del radiale accorciato. esempio : 300000/3550/4 -> 21.13M * .66 =  13.95 metri. circa sei metri in meno per lato…. meglio di niente. in 40 ogni radiale diventa di circa 7 metri. l’estremità lontana va chiusa in cortocircuito. La connessione al comune di massa può essere effettuata sia con il centrale che con lo schermo. Non tutti sono concordi con questa soluzione, ma funziona. I radiali possono essere disposti anche in maniera non perfettamente lineare, visto che pur essendo risonanti, non sono molto alti sul terreno.


Primi risultati extraeuropei con max. 70w/CW (da febbraio 2018):

(80M) : 4K, P3, S01, R8, PJ4, VU2, W1

(40M) : VA2, PZ5, KM7

(30M) : TZ4

(20M) :  8P, XQ6, PV8

(17M) : PZ5

ora è solo necessario ottimizzare e migliorare. nuove immagini a breve


Brochure originale

 

Dipolo tribanda ultraleggero

Dopo aver realizzato varie configurazioni di dipolo linked è arrivato il momento di costruirne uno da accoppiare al supporto in carbonio da 6 metri. Lo so lo so tutti sconsigliano e vietano l’abbinamento tra hf e carbonio ed in parte è vero. Mai realizzare una verticale o gp sostenuta da quel materiale. Ma un supporto centrale per un dipolo a V invertita non ha di certo molte interazioni con l’antenna. Forse è il caso di evitare alte potenze ma nel mio caso non si superano i 15w. Perchè non  tentare? E nell’ottica del sempre più leggero trovar i componenti più adatti.


Supporto: nel solito mega store di articoli sportivi ho trovata in svendita una canna compatta in carbonio lunga 6 metri che occupa 40cm chiusa! Eliminato l’elemento terminale troppo sottile e peraltro danneggiato, è di fatto utilizzabile fino a 5.30M. Robusta e flessibile oltre che più leggera di quella classica corta in VTR, pesa soltanto 290 grammi

Filo: ho di fatto standardizzato sul Sotabeams ad alta visibilità. Perfetto per questa applicazione

isolatore centrale: casualmente il diametro dell’elemento terminale è perfetto per essere infilato in uno dei quattro fori di fissaggio di un SMA frangiato.  Peraltro la discesa è intestata SMA

 

 


Ponticelli: ho deciso di costruirli ritagliando gli isolatori da strisce di plastica sconosciuta in uso per giardinaggio. i connettori sono i soliti bullet da 3mm ( solo perché ho terminato quelli da due)

Isolatore terminali: due anelli recuperati da una catena bianca e rossa di plastica con due cordini


ho scelto le tre bande di base 17,20 e 30 con l’ipotesi futura di aggiungere i 40.

Per le misure il solito tool di sotamaps. Il centrale sarà posizionato a metà dell’ultimo elemento cioè a circa 5.20 metri da terra. Con le misure fornite e 3.5 metri di cordino per ogni lato i 120 gradi sono lì.

Per il fissaggio al suolo il solito picchetto portacanna aiutato da una fascetta riposizionabile. Fissati i cordini al suolo con i soliti chiodi del 16 e collegata la discesa (rg-174 intestato sma) verifico che il tutto sta perfettamente in piedi, nonostante il vento. Rapida regolata ai cordini ed è tempo di test in aria.

Non allego le misure perchè inutili…… Piatta in 17, 20 e 30, naturalmente ottimizzato per il cw…. la fonia non è un mio problema.

Da notate che NON ho accordatore a bordo……

 

E lo zaino diventa più leggero……

 

dipolo incrociato multibanda

*** LAVORI IN CORSO ***

Partendo dall’idea iniziale di N6VNG che progettò una antenna dual band (40 e 20) a v invertito per applicazioni NVIS ho provato a simularne una analoga più indirizzata verso la normale operatività a medio-lunga distanza

Ho cercato come sempre di ottimizzare la portatilità e, scomponendo un dipolo linked a V invertita è uscito quanto segue :

  • espandere il concetto di bibanda mantenendo la struttura meccanica cross
  • mantenere il cablaggio tra i bracci come nllo schema originale
  • garantire il sostegno meccanico del palo con i dipoli
  • nessun accorciamento elettrico dei bracci
  • partendo dalla soluzione base 40M/20M è possibile tramite link usare anche le bande superiori. E’  necessario ripartirle tra i bracci in base alla probabilità di uso (17/20/30/40)
  • Calcolare per 7 e 9 metri da terra

i due lati vengono nominati “corto” e “lungo” in base alla quantità di rame presente. La lunghezza totale dei due bracci incluse le corde è di fatto la stessa (pochi cm di differenza non incidono e possono essere recuperati lavorando sulle corde)

  • braccio “corto” (20M e 30M ) a 9 metri
    braccio “corto” (20M e 30M ) a 7 metri
    braccio “lungo” (40M – 17M) a 9 metri
    braccio “lungo” (40M – 17M) a 7 metri

     

  • Un interessante esercizio è ipotizzare un uso in 80m. Mi sono limitato al braccio “lungo”. Qui l’altezza minima da terra è 10 metri e lo spazio occupato è di circa 17 metri per ogni lato.
  • Braccio 40 metri

    Braccio 80 metri

E sempre possibile combinare anche altre misure (80/30 e 20/40)  sfruttando la tecnica dei  links

Un choke o balun 1:1 è sempre raccomandato, in particolare scendendo sotto i 40 metri

 

 

 

Un dipolo multibanda

******* aggiornati i ponticelli di cambio banda ******************

Da parecchio tempo che volevo realizzare un dipolo multibanda per attività portatile, il classico “linked dipole” come usano dire i colleghi inglesi
A differenza di altre soluzioni basati su adattamenti più o meno efficaci, in questo caso si tratta di un dipolo vero e proprio tagliato sulla frequenza più bassa. Anzi su più dipoli monobanda montati in serie. La lunghezza totale è quella del dipolo per la frequenza più bassa e a intervalli calcolati sono presenti dei ponticelli che isolano le singole sezioni garantendo sempre il miglior adattamento con una altissima efficienza. Le sezioni rimangono sempre meccanicamente fissate tra loro, l’interruzione è soltanto elettrica. E soprattutto non serve ricorrere all’accordatore. Per questo motivo risulta essere una delle antenne più utilizzate in ambito Sota e per attivazioni leggere.

La difficoltà maggiore è calcolare la posizione dei tagli. Fino a non molto tempo fa si ricorreva alla calcolatrice e, con una certa tolleranza e approssimazioni successive si arrivava al risultato desiderato, con opportuno spreco di tempo e materiale. Per fortuna esistono strumenti online per il calcolo dei tagli che garantiscono il risultato migliore al primo tentativo ( o quasi)

La mia necessità era quella di avere un dipolo quadribanda (40/30/20/17) leggero, semplice e veloce da installare, da realizzare possibilmente con materiali già disponibili. L’installazione sarà tipicamente a V invertita sfruttando un palo in vtr da 6/7 metri e i bracci saranno fissati al suolo con picchetti in alluminio. Il filo è da 0.3mmq, possibilmente di recupero,  perfettamente adatto allo scopo

Si inizia con i calcoli e grazie a http://www.sotamaps.org/extras.php (linked antenna designer) in poco tempo si conoscono le lunghezze dei singoli segmenti con tanto di disegni tecnici

E’ possibile selezionare il numero di bande (frequenza centrale), l’altezza da terra, l’altezza dei terminali e la lunghezza del cordino di fissaggio. Fatte le opportune scelte ecco i risultati. Per un migliore adattamento è necessario mantenere i bracci a circa 120 gradi tra loro, quindi il semidipolo deve avvicinarsi il più possibile ai 60 gradi di inclinazione… ci siamo quasi

4 bande su 6 metri

Queste misure sono nette, ho aggiunto 4 cm di extra per i link. Versione ottimizzata per CW

Come si nota ogni braccio è lungo 9.8 metri (a cui aggiungere i 16 cm di extra per i links) e sono previsti cordini da 2.2 metri da fissare direttamente al terreno. Con queste misure è garantito un angolo ideale di 120 gradi tra i bracci della V invertita. Il progetto è relativo ad una altezza del centrale di 6 metri dal suolo.Si ottiene anche un bellissimo documento di  progetto in formato PDF

nb: a differenza di quanto indicato nell’immagine, le misure sono ottimizzate per filo isolato, non nudo.


i nuovi ponticelli di cambio banda sono realizzati con connettori per uso aeromodellistico estremamente robusti e leggeri. L’isolatore è stato stampato in ABS

(le foto sono della versione “alleggerita” di cui parlerò prossimamente

Il mammuth è rimasto all’estremità per robustezza e semplicità di regolazione del braccio in 40


Per l’isolatore centrale ho deciso di realizzare un componente custom.

Grazie alle idee presenti su thingiverse e alla “collaborazione” di un stampatore 3d ho scelto http://www.thingiverse.com/thing:894073 cioè un centrale da fissare direttamente sul palo in vtr diponibile sia per bnc che per so239. Per ragioni meccaniche ho rinunciato ad installare un choke centrale, sostituendolo con il micro choke portatile http://www.iz2zph.eu/micro-choke-per-attivita-in-portatile/ alla base.

ecco il risultato

il dipolo completo di cordini, picchetti e 10 metri di rg174 è contenuto in una busta quasi tascabile

La scelta dell’RG-174 terminato in SMA con adattatori BNC è vincente per peso e ingombro


al termine dell’installazione  si presenta così

centrale bnc
centrale bnc

all’aria aperta finalmente……. (nell’area prove normalmente utilizzata)

terminale
terminale

Per il primo test, verificare la corretta risonanza partendo dalla banda più alta. Eventualmente intervenire sulla lunghezza delle sezioni, ma nel mio caso non ce ne è stato bisogno.

Dopo la prova meccanica ho deciso di alimentare l’antenna con rg-174. l’rg-223 che uso normalmente non crea problemi ma in caso di vento meglio stare tranquilli…..

Una volta montata, scegliere la banda aprendo o chiudendo i relativi ponticelli. Tutto qui

I bracci del dipolo sono perfetti per questo scopo, anche se in presenza di vento è consigliabile usare altri due tiranti.

In foto la versione con supporto da 9 metri durante un test in condizioni reali. E’ utilizzabile anche con 6 o 7 metri modificando la lunghezza dei cordini per mantenere costante l’angolo intorno ai 120 gradi.

Come indicato nel disegno, anche i tiranti devono essere della lunghezza predefinita e l’antenna va mantenuta in leggera tensione.

Così facendo, oltre alla tenuta meccanica si garantisce il corretto adattamento. Perfettamente utilizzabile senza necessità di accordatore in 20M (completa) 30M (completa) e 40M (praticamente completa).

Volendo è possibile integrare altre due bande a scelta tra 10 12 e 17.

Per gli 80m oltre a due prolunghe da poco meno di 10m l’una (intorno a 9.50 per la precisione) serve un supporto centrale ad almeno 11m dal suolo ed il choke è obbligatorio. In entrambi i casi sono garantiti i 120 gradi ideali.

5 bande / 10M — il minimo per operare in 80m
5 bande / 11M — la misura ideale

Supporti da campo per antenne

Sono decisamente lontani i tempi in cui per poter effettuare attività HF all’aperto era necessario andare alla ricerca di alberi con cui affrontare una battaglia a colpi di corde, pesi e rinvii.
I più fortunati disponevano di pali telescopici in alluminio provenienti dal mercato del surplus… sicuramente autoportanti ma anche mostruosamente pesanti ed ingombranti.

La diffusione dei pali telescopici in vetroresina (volgarmente definiti “canne da pesca” ) ha sicuramente permesso una maggiore flessibilità operativa ma……. come fissare la cosiddetta canna al suolo?

Facciamo subito una distinzione… da una parte le canne da pesca in vetroresina vere e proprie con una altezza massima di circa 8 metri e con qualche escursione verso i 10.
Le canne in carbonio indipendentemente dalla misura sono ottime quale supporto centrale per dipoli a V invertita. Il peso ridotto e la minore flessibilità rispetto alla vetroresina hanno la meglio per questa applicazione. Da evitare in ogni caso le alte potenze.  Causa una particolare conduttività del materiale non vanno MAI usate per verticali e GP. Con alte potenze c’è il rischio di vederle letteralmente andare in cenere!

Canna in carbonio da 6 metri. Chiusa è lunga 40 cm e pesa 290 grammi! È sfruttabile fino a 5.30m come supporto centrale per dipolo.

Dall’altra parte quelle create ad uso radiantistico (Spiderbeam/DX-WIRE) che raggiungono i  26 metri passando per 15 e 18.

Differenza? spessore dei materiali, capacità di resistenza alla compressione, diametro dei cimini e ovviamente della base. Senza dimenticare il costo……
La scelta è in funzione dell’applicazione e del tipo di antenna da sostenere. Un conto è una semplice GP o una EFHW o al limite un dipolo leggero. Diverso è il caso di un dipolo QRO per gli 80m o una spiderbeam o una yagi molto leggera. Inoltre va distinto tra installazione fissa e temporanea.
Canne da pesca (fino a 7/8 metri):Normalmente la cima non è sfruttabile causa estrema flessibilità e piccolo diametri. Dal secondo elemento in poi è possibile fissare un dipolo leggero (max 40M) a V invertita oppure una EFHW di pari misura e pari configurazione. In alternativa sono ottime per GP e verticali fino ai 20M(se 7M) o 30M(se da 8M).

La linea di confine è rappresentata dai 10M (IZ1POD) . A partire da questa misura entrano in gioco spessori maggiori e cimini che spesso superano i 5mm. Dai 10 metri in su possono essere tranquillamente usate per dipoli a V invertita da 40M e oltre realizzati con filo da circa 1.5mmq oppure per verticali e GP per 30, 40 e perchè no, anche per le bande basse se altezza ed investimento sono adeguati. Fino ai 15 metri i prezzi sono accettabili, oltre l’aumento è esponenziale.

La paura più diffusa è quella del “telescoping” ovvero nella chiusura delle sezioni per effetto del vento o del peso. C’è chi suggerisce l’uso di fascette in plastica rinforzate da anelli in gomma chi invece usa fascette in acciaio rivestite di guaina termoretraibile. E’ una soluzione pratica per installazioni fisse. Per l’uso temporaneo e fino ai 15 metri di altezza, l’esperienza mi insegna che usando dipoli, efhw e verticali, sarebbe possibile rinforzare le giunzioni con nastro adesivo telato o meglio “americano” ma è meglio procedere come segue:

  • estrarre ogni sezione fino al blocco naturale praticando una leggera rotazione di circa 90 gradi o fino a che non si ottiene una blocco efficace
  • per ridurre il rischio di collassi strutturali, non tenere la canna perfettamente verticale, ma fare in modo che il cimino sia fuori asse di pochi gradi.
  • Oltre i 10 metri o in presenza di vento è consigliabile un livello di controventi
  • Sotto i 10 metri, usando antenne a V invertita, i bracci delle stesse fungono da tiranti

In ogni caso evitare di sovraccaricare la struttura con il peso del cavo coassiale!. Utilizzare cavi da 5mm spiralandoli lungo il palo per equilibrare il carico. In portatile preferibile rg174

Un problema sempre presente è quello del fissaggio al terreno. Le piastre sottoruota sono la soluzione ideale operando nei pressi di un veicolo.

E’ possibile sfruttare palizzate e recinzioni fissando il tutto con cinghie autobloccanti o al limite fascette in plastica

Ma…… se non ci sono nè alberi nè strutture?

Esistono in commercio a prezzi irrisori supporti da terreno nati per ombrelloni e stendibiancheria a “ombrello”. Da un lato presentano una vite che va semplicemente inserita nel terreno fino al blocco per poi inserire il palo nell’apposito colletto. Sono disponibili in vari diametri e materiali (plastica e acciaio zincato) . Sono ottimi per i pali più pesanti (fino a 18 metri)

 

 

Per le canne leggere è meglio rimanere in ambito pesca sportiva. Personalmente uso un picchetto da canna che, in presenza di terreno adeguato è perfetto a mantenere la verticalità, aiutato da una fascetta riposizionabile. In foto una canna da 7 metri, acquistata in una nota catena di articoli sportivi, che sostiene un dipolo linked 4 bande (17,20,30,40). Il picchetto è stato collaudato con canne da 10 metri e ha richiesto un paio di controventi per maggior sicurezza

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Groundplane portatile 20M / 40M

niente di meglio di una classica GP per viaggiare leggeri.

ideale per i 20m in montagna richiedendo un unico supporto leggero da circa 6/7 m. con i due radiali  facilmente posizionabili. Si ottiene una antenna risonante su tutta la banda, con la massima efficienza e un basso lobo di radiazione ideale per il DX. Anche con meno di 10w non mancheranno le possibilità di attraversare gli oceani, specialmente in CW.

  

 

centrale con choke

alla base ho posizionato un choke realizzato avvolgendo 11 spire di RG-316 su un FT140-77, ottimo fino a 100/150w. Il tutto è montato su di un supporto in plexiglass. Tra le possibili configurazioni ho deciso per quella a due radiali, la più gestibile.

Ho utilizzato per la prima volta il filo ad alta visibilità da 0.3mmq di Sotabeams (C). gran bel prodotto, isolato fino a 1KV e grazie alla particolare lavorazione della guaina è sempre possibile districarlo senza difficoltà.

Come misura iniziale sono partito dalla classica 5.15 metri per tutti e tre gli elementi e con l’ausilio dell’analizzatore ho portato l’antenna in risonanza lavorando sia sul radiatore che sui radiali. Questi ultimi danno il miglior valore di impedenza e quindi di adattamento se posizionati a 45 gradi rispetto al centro (a 90 gradi tra di loro). Piccole variazioni possono essere necessarie in particolari condizioni di terreno o di ostacoli nelle vicinanze.

Con il centrale posizionato ad almeno 2m dal suolo, i radiali possono anche essere disposti orizzontalmente per ottenere la massima efficacia di radiazione, ma questa configurazione è dipendente dalle condizioni del terreno e di eventuali ostacoli nelle vicinanze.

Ogni radiale è terminato con un isolatore autocostruito che con un tratto di corda è fissato al terreno usando chiodo o picchetto. La lunghezza della corda è quella che consente di ottenere l’angolo di  90 gradi tra i radiali in funzione dell’altezza da terra, facilmente misurabile usando un semplice foglio di carta.

Tipicamente con una canna in VTR da 7 metri si fissa il radiatore alla canna per tutta la sua lunghezza, il centrale rimane a circa  1.5/1.8 metri da terra e i radiali vanno al terreno opportunamente spaziati.


versione 40 metri al lago

La versione per i 40 metri richiede un supporto da almeno 15 metri. In alternativa, disponendo di una canna da 11/12 (o al limite 10) metri è necessario sollevarla dal suolo di almeno 1.5/2 metri utilizzando un supporto non conduttivo e disporre i radiali orizzontalmente ad una altezza compresa tra 1.5 e 2 metri dal suolo (più alti sono meglio è).

Per la misura di taglio si parte da 10.2 metri  per tutti e tre gli elementi e si porta in risonanza lavorando sia sul centrale che sui radiali. Lavorando sull’angolo di questi ultimi si ottiene l’impedenza ottimale

Per concludere è anche possibile realizzarne una versione bibanda “linked” ( o tribanda con i 30m) posizionando opportunamente i ponticelli sia sul radiatore che sui radiali

 

 

 

 

 

adattamento stili veicolari monobanda

una semplice soluzione per adattare stili veicolari monobanda (MFJ e simili) all’uso in stazione base (grazie a PD7MAA per l’idea)
lo stilo deve essere fissato su di un supporto isolante. in pratica deve essere isolata dalla terra/massa locale

solitamente alla base c’è un adattatore da 3/8″ a SO239 (pl femmina)

tramite un connettore a T collegare da un lato la discesa verso l’RTX dall’altro un tratto di cavo coassiale lungo 1/4 d’onda alla frequenza in uso moltiplicato per il fattore di velocità (tipicamente 0.66 se rg58/8/213)

il lato libero del “radiale” deve avere il conduttore centrate cortocircuitato con lo schermo. La lunghezza è calcolata dalla formula

L= 300000/F

l4=L/4

lr=l4*.066

in pratica ad esempio per 80 metri sottobanda cw centrata a 3538 khz

300000/3538 = 84,785

84,785/4 = 21,196

21,196*.66=13,99 metri -> lunghezza del radiale.

il radiale deve essere disposto in orizzontale e sollevato da terra di almeno 1.5 metri. alla stessa altezza deve essere fissata la base dell’antenna. E’ possibile anche utilizzare un secondo radiale ma il cablaggio si complica. Naturalmente la misura indicata è una base di partenza può essere utili accorciarlo per adattare meglio l’antenna

il risultato della misura la dice tutta. la banda passante  è quella tipica di questi stili per 2:1 di swr, quindi perfettamente utilizzabile anche senza accordatore.

Come si può vedere, per limiti fisici e per un probabile accoppiamento con il supporto o con l’ambiente circostante, l’impedenza minima, pur se sotto controllo, è lontana, ma non troppo, dagli ideali 50ohm.

Che fare?

 

due soluzioni … la prima la più semplice un colpetto di accordatore …. ma così è troppo facile

per la seconda dobbiamo chiedere un consiglio al buon  Phillip H. Smith o meglio alla sua “carta”. In passato erano necessari parecchi passaggi e calcoli per arrivare ad una soluzione di adattamento basata sulla carta, a meno di non possedere sofisticati ( e costosi) network analyzers. Esistono per fortuna soluzioni software free o  basso costo che ci consentono di superare il problema

nel nostro caso…. l’analisi alla base indica una impedenza di  70.4 ohms di impedenza con una parte X pari a 14.9 johms  pari a poco meno di 1.5 di swr

utilizzando una cella lc di compensazione (configurazione low pass, con capacità in parallelo lato antenna), sim smith effettua tutti calcoli per noi

  

con 555pf (arrotondati al valore più prossimo) e 1.55uH si ottiene magicamente

 

oltre al perfetto adattamento di impedenza si nota come la “finestra” di usabilità con swr=2 si estende a 100khz e basandoci su swr=3 si raggiungono i 200khz

un bel risultato niente male

attenzione! è sempre bene sovradimensionare i componenti dell cella LC. Condensatori ad alta tensione (possibilmente adatti all’uso in RF) e induttanze in aria di diametro adeguato realizzate in rame smaltato o argentato da almeno 1mm. Nel caso specifico un condensatore da 320pf e uno da 230pf. L’induttanza ha un valore di poco superiore (e intero) rispetto a quello richiesto ma “modificandola” fisicamente si arriva ad un risultato ottimale

il prototipo in fase di ottimizzazione

in alternativa, è possibile effettuare un classico adattamento serie con coassiale a 75 ohm

con l’aiuto dell’applicazione SMC (Series Matching Calculator) evitiamo i relativi calcoli.

esempio, a 3.53 mhz con 6.748 metri di rg58 (o 213) sotto l’antenna in serie a 4.624 metri di RG59 (o 11) subito dopo, otteniamo il corretto adattamento a 50 ohm

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esempio 30 e 40 m (1 radiale risonante per banda)

 

 

Quando le differenze rispetto al’ottimale sono minime (è il caso delle versioni 30 e 40m), si può inserire il classico hairpin. 10/12 spire di filo di almeno 4mmq su di un supporto in aria da 8/10 cm di diametro tra lo stilo e la massa (radiale) variando la spaziatura tra le spire o al limite eliminandone una o due si arriva ad un adattamento ottimale… oppure volendo procedere con modalitaà scientifica…..

 

in alternativa … come detto sopra…….

tnx DJ0IP

 

Operando qrp si può scegliere l’RG-174 come conduttore per il radiale.

L’unica regolazione è la sintonia/adattamento dello stilo utilizzando la barretta di taratura incorporata.

Mi raccomando, la base dell’antenna deve essere isolata dal supporto e non a massa!

Ultimo esperimento…….. utilizzare un unico supporto per due stili e 2 radiali

Provato con 30+40 metri (stessi radiali come sopra) ed ecco il risultato

 

perfettamente utilizzabile senza accordatore

meglio di così……

risultati? K,VU,JA,R0 in CW……. alla caccia di VK e ZL

soluzione alternativa: utilizzare sempre un supporto isolato per lo stilo e collegare quanti più possibili radiali non risonanti sollevati dal terreno di alcuni cm.

Idealmente da posizionare sui 360 gradi (fino a 120) e ovviamente riducendo lo spazio utilizzato in funzione di quello disponibile. Piuttosto che distribuirli a caso sui 360 gradi, meglio concentrarli verso direzioni specifiche in una configurazione triangolare. I risultati non mancheranno

 

per migliorare ulteriormente l’efficienza e soprattutto la resistenza di radiazione è consigliabile inserire un cappello capacitivo posizionato il più in alto possibile e lontano dalla bobina alla base.

ho inserito una barra con innesti filettati alle estremità lunga circa 40cm e sulla parte superiore ho fissato un disco realizzato con lamiera grigliata di poco più di 30cm di diametro.

Lo stilo vero e proprio parte dal disco e naturalmente risulta molto più coperto che nella versione “nuda”, sia per la presenza della prolunga che del cappello capacitivo

e questo è il risultato senza rete di adattamento

 

per ulteriori informazioni ed un utile foglio di calcolo

http://www.qsl.net/aa3rl/tlcalc1.html

 

 

 

EFHW monobanda

efhw_mono


Questa è l’unica applicazione dove è consigliato l’uso dei toroidi in polvere di ferro anzichè in ferrite, almeno fino a circa 200/300w. Oltre questa potenza è preferibile utilizzare avvolgimenti in aria. Per il condensatore o componenti ceramici ad alta tensione (almeno 3KV) o specifici per RF (da 5KV in su) oppure uno spezzone di cavo coassiale (mediamente 100pf/metro). Quest’ultima è sempre la soluzione consigliata, anche fino a 1kw. Si consiglia l’uso di RG-316 per compattezza. In alternativa RG-174 o RG-223. In mancanza d’altro RG-58 di alta qualità. No cavi in foam.

 maggiori dettagli efhw monobanda 

per un approccio più scientifico è possibile aiutarsi con il sw Tunehalf.exe  scritto da G4FGQ (SK).

Esempio: calcolo per una 20M


Versione “alternativa” in 20M di PD7MAA


Grazie per l’ispirazione a PI4TIL PA1SSB AA5TB PD7MAA

lavori in corso

Simple Multi-Band Vertical Dipole di Rick DJ0IP

(dipolo verticale multibanda semplice 80/40/30/20/17/15/12/10)

Una interessantissima soluzione basata su di un dipolo verticale non risonante è l’idea di Rick DJ0IP.

Fonde i vantaggi del dipolo (bilanciato e senza radiali) e della verticale (basso angolo di radiazione).

Rimando al sempre interessante sito di Rick per la descrizione, ricordando che si tratta di un progetto NON risonante, alimentato con linea bilanciata, e quindi richiede o un accordatore remoto oppure un balun 1:1 nel punto più possibile vicino all’entrata in stazione. Il supporto è una canna in fibra di vetro da 12 metri

link al progetto originale di DJ0IP -> simple multi-band vertical dipole 

NorCal doublet

E’ una versione ultra leggera realizzata con materiali di fortuna del classico doublet multibanda progettata da Doug Hendricks, KI6DS  per il Northern California QRP Club. Soluzione estremanente leggera ideale per lo zaino. Richiede l’uso di un accordatore e di un balun 1:1 in corrente l’accordatore stesso non ha ingresso bilanciato.

norcal

Un solo cavo flat a 4 vie serve per realizzare bracci del dipolo e discesa bilanciata. la particolare struttura del conduttore agevola la costruzione. E’ possibile utilizzare anche altri cavi a condizione che siano strutturati allo stesso modo. E’ anche possibile, anzi consigliabile, usare flat a più vie, separando le 4 necessario e tenere il resto per altri progetti.

Il materiale necessario è :

 

fl

1 girella da lenza

girella

1 fascetta

filo da lenza  (per tiranti alle estremità)

per la costruzione che peraltro è molto semplice, rimando al testo originale in allegato, ricco di figure esplicative

Per semplicità di conversione misure ricordo che 

50ft (feet,foot) sono 15,5 metri

22 ft (feet,foot) sono 6,7 metri

28 ft (feet,foot)  sono 8,5 metri

2″ (inches) sono circa 5 centimetri

il montaggio prevede l’uso di una canna da circa 7 metri in vetroresina e la girella andrà fissata alla cima della stessa con i bracci disposti orizzontali o a V invertita e mantenuti in posizioni da tiranti realizzati con filo da pesca

in fase di collaudo

Estremamente leggera e pratica da realizzare e assemblare sul campo. Ovviamente solo per BASSE POTENZE!

NorCalDoubletAntenna manuale costruzione

il progetto originale è di Doug Hendricks, KI6DS

Antenna G7FEK per spazi ridotti

Progetto originale di  Mike Dennis, G7FEK

Una interessante soluzione per spazi ridotti sia in altezza che in larghezza…. poco meno di 15 metri di lunghezza supporti di poco meno di 8 metri. Discesa su linea bilanciata ed un singolo contrappeso oppure una ottima connessione a terra

gf7ek-s

se ben realizzata è possibile lavorare in 80, 40 e bande alte con buone caratteristiche in DX per il medio/basso angolo di radiazione. Richiede un minimo di lavoro di adattamento in base all’installazione ma i risultati non dovrebbero mancare . Non l’ho ancora realizzata ma conto di farlo entro il 2016.

Chi volesse provarci è il benvenuto!

 

il progetto originale è qui ->   G7FEK antenna

nb: come citato nel testo, con alcune modifiche ed un buon piano di terra, è possible addentrarsi anche in 160!

 

gf7ek
Simulazione

 

Martin  G8JNJ ha analizzato a fondo il progetto con l’aiuto di EZNEC e prove sul campo ottenendo risultati diversi ma in parte comparabili

L’articolo merita una lettura

http://www.g8jnj.net/G7FEK%20antenna%20revisited.pdf

 

 

 

MFJ 1979 – adattamento in portatile e uso in 30 metri

MFJ-1979 é uno stilo telescopico lungo circa 5 metri realizzato in acciaio inox. É costituita da 10 sezioni e alla base c’é il classico innesto 3/8. Chiusa è lunga circa 60 centimetri ed estremamente leggera, oltre che robusta.

Nasce per uso veicolare o mobile eventualmente abbinata ad una base magnetica. Grazie alla struttura telescopica é possibile adattarla dai 20 ai 6 metri in modo tale da non richiedere l’uso di un accordatore. L’accoppiamento con il veicolo costituisce un buon piano di massa anche se non ottimale. Per usi diversi é necessario fornire all’antenna il secondo braccio, come per tutte le verticali, o un più complesso piano di massa.

Dopo svariati esperimenti credo di aver definito una soluzione secondo me ottimale.

Per prima cosa la lunghezza. Come detto va adattata alla banda in uso. Per risparmiare tempo ed ottenere un primo adattamento “grezzo” si può operare con la seguente tabella che indica il numero delle sezioni da chiudere rispetto all’estensione completa. Se un elemento è chiuso solo parzialmente si consiglia di bloccarlo con del semplice nastro isolante.

Consiglio per praticità di partire sempre dal basso per semplificare il lavoro….

Banda Freq.  Elementi da chiudere dal basso
6     50.1   7,5
10    28.3   poco più di 5
12    24.9   poco più di 4
15    21.2   3,5
17    18.1   poco più di 2
20   14.15   circa mezzo elemento

Partendo da questa regolazione di base si ottimizza per il ros più basso aprendo o chiudendo gli elementi alla base. E’ più facile a farsi che a dirsi. Questa regolazione d base va bene per qualsiasi installazione. In portatile monto lo stilo su di una base a ganascia (jaw mount) che di volta in volta fisso ai supporti disponibili. Alla base ho collegato due connettori rapidi sui quali posso innestare due metri flessibili (in acciaio) da 5 metri. Disponendoli a 180 gradi tra loro alla base dell’antenna e combinando la loro lunghezza con quella del radiatore é possibile ottenere un adattamento perfetto in ogni occasione. Con 4 radiali a 90 gradi tra loro si otterrebbe un migliore lobo di irradiazione nonchè una migliore efficienza.

I radiali tipicamente devono  essere di poco più lunghi del radiatore, e la rotella da 5 metri soddisfa questa esigenza. E’ anche possibile effettuare un adattamento fine solo lavorando sui radiali, che devono ovviamente avere la stessa lunghezza. L’acciaio non è stagnabile ma sfruttando uno dei rivetti che si trovano all’inizio del nastro è possible creare un punto di contatto robusto con del semplice filo da 0.5 mmq.

Di fatto otteniamo una ground plane full monobanda. Per il massimo della efficienza sarebbe  opportuno, da manuale,  mantenere la base ad una altezza da terra tale da far scendere i radiali a 45 gradi. Nella pratica anche una installazione a terra da ottimi risultati. Per agevolare l’installazione ho montato il jaw mount su di un bastoncino da trekking regolabile in altezza. Può essere piantato nel terreno o fissato ad un tronco o bloccato a terra con delle pietre. In ogni caso è un validissimo aiuto sul campo.

Come per tutte le verticali/GP, ma anche come buona abitudine è sempre opportuno inserire un choke subito sotto l’antenna. sono queste le tipiche situazioni nelle quali le correnti di modo comune sono in agguato, rovinando l’adattamento e provocando ritorni di RF sempre poco piacevoli, anche con basse potenze. Nella foto vedete in uso la mia versione leggera in tubo idraulico

Impiego in 30 e 40 Metri senza accordatore ( quasi )

Per utilizzarla in 30 metri senza accordatore, o con un minimo intervento di quest’ultimo, è necessario un piccolo stratagemma. Collegare alla cima utilizzando ad esempio un coccodrillo, circa 2,5 metri di filo isolato di diametro compreso tra 0,2 a 0,5 mmq (max) e stenderlo con l’aiuto di monofilo da pesca con un angolo compreso tra 45 e 90 gradi.  Garantire un buon collegamento elettrico tra filo e stilo soprattutto in presenza di vento. Si tratta di ottenere una sorta di inverted L (un tratto verticale un tratto il più possibile orizzontale). A questo punto agendo sui segmenti dello stilo portare l’antenna in risonanza in banda 30M. Nell’uso veicolare puro potrebbe essere necessario aiutarsi con un paio di radiali aggiuntivi di lunghezza non critica. Per l’uso campale va verificata la bontà del piano di massa e la necessità di eventuali integrazioni. Solitamente in pochi tentativi si ottiene il risultato voluto. Un analizzatore di antenna aiuta ma non sempre è disponibile sul campo. E’ una soluzione decisamente migliore rispetto all’accordo brutale dello stilo da 5m ed i risultati non mancheranno. Per i 40M servono 5,5M di estensione… e decisamente un pò più di lavoro in area radiali. In quest’ultimo caso mantenere l’isolatore posto all’estremità dell’estensione ad almeno 2,5 metri dal terreno.

estensione30
schema per 30M. In 40 utilizzare 5,5 metri di estensione

ecco il risultato 

stilo30
Stilo MFJ con estensione per i 30 metri supportata da monofilo da pesca 0.4 mm

vento0
lo stilo MFJ installato in un prato con due radiali
base choke
particolare del punto di alimentazione con choke
contatto
giunzione tra il radiale ed il supporto centrale

 


taper
flessometro da 5m modificato come radiale regolabile
part
base antenna con connessioni

 

 

 

 

 

EFHW multibanda – 40 (80) / 6m

La EFHW, da non confondersi con le cosiddette longwire o random wire o fantomatiche verticali, tutte caratterizzate da un UN-UN (non Balun!) con rapporto di trasformazione 9:1, è una antenna risonante mono o multibanda che a parità di installazione ha le stesse caratteristiche e prestazioni di un tradizionale dipolo a mezz’onda con la praticità di poter disporre del punto di alimentazione vicino alla stazione e non al centro. L’impedenza sale ad un valore compreso tra 2500 e 3200 ohm che va quindi  adattata alla discesa a 50 ohm verso l’RTX.

Per le antenne monobanda si una una cella LC adeguata alla frequenza ed alla potenza in uso e, a differenza delle monobanda, è possibile utilizzare toroidi in polvere di ferro, essendo richiesti valori di induttanza decisamente inferiori. Le endfed monobanda possono anche essere realizzate senza toroidi….anzi sarebbe preferibile…. ne riparleremo in una pagina dedicata……

Per le multibanda va usato un trasformatore con un rapporto di poco più di a 60:1 (64:1 per la precisione) realizzato su nucleo toroidale in ferrite, tipicamente di Mix 43

Compatibilmente con  le caratteristiche dei materiali è possibile realizzare endfed su qualsiasi banda radioamatoriale.Le versioni multibanda risuonano, se correttamente realizzate sulla frequenza per cui è stato tagliato il radiatore mezz’onda e su tutte le armoniche pari superiori sempre SENZA MAI utilizzare un accordatore interno o esterno. Quindi con un filo di circa 21m possiamo operare dai 40 ai 10 metri senza utilizzare un accordatore. Normalmente le WARC non sono comprese, a meno di ridurre la lunghezza del radiatore a poco più di 14 metri. E’ anche possibile, con un radiatore di circa 41m, estendere la copertura fino agli 80m, a patto di utilizzare un toroide con un mix -43 e consentire in taluni casi l’operatività diretta in 30m pur tagliando fuori i 10m. Volendo scendere in 160, oltre ad un radiatore da circa 80M, serve un trasformatore differente con un avvolgimento da 7+7+7 singoli e 3 bifilari per ottenere una maggior induttanza.

Non servono radiali, contrappesi o messe a terra. Solo nel caso di installazioni molto basse e sugli 80m, un contrappeso di 4m collegato direttamente alla massa lato 50 ohm può aiutare a meglio adattare l’impedenza

Le misure sono quelle di base. E’ possibile che in talune configurazioni di montaggio serva allungare o accorciare il radiatore per un adattamento ottimale.

Non è mai consigliato utilizzare la o le bande inferiori a quella per cui il filo è tagliato. E’ possibile montarla orizzontale, a V invertita, a L invertita, a piacere (o quasi). servirà eventualmente correggerne la lunghezza. E’ consigliabile quindi lasciare un codino di circa 50-60cm con con cui gestire eventuali adattamenti “al volo” in uso portatile. L’altezza da terra ideale è la stessa di un dipolo tradizionale, ma con un palo in vtr da 10m si riescono a gestire tutte le situazioni.

    • L’avvolgimento del trasformatore  ha un rapporto di 16:2 quindi 8 il cui quadrato è 64 ovvero il rapporto reale di trasformazione dell’oggetto
    • Per una copertura completa fino a 40M e fino agli 80 serve un toroide con mix -43. Per ottimizzarlo sulle bande alte (escludendo di fatto i 40m, utilizzare un tipo -61
    • Mai utilizzare toroidi in polveri di ferro (quelli colorati per intenderci), soltanto ferrite mix -43 o -61

fino a poco meno di 100w PEP  è possibile utilizzare un FT140-43 (vedi foto) con avvolgimento in filo smaltato da 1 a 1.5 mm

Per potenze fino a 250w va utilizzato un FT240-43 o FT290-43 e filo di diametro superiore. Dai 300w in su è necessario accoppiare due nuclei (sovrapposti). Se disponibili, in alternativa al 290 di un FT340-43 rigorosamente con filo isolato in teflon.

Una sfida interessante!

 

 

Non utilizzare l’accordatore per frequenze ove non ci sia risonanza oppure per compensare impedenze non adattate. Ottimizzare sempre il radiatore facendo anche attenzione all’accuratezza dell’avvolgimento del trasformatore. Pur essendo una antenna decisamente “pulita”, è sempre opportuno inserire un choke all’uscita 50 ohm.

Detto …… Fatto….. con poco più di 20m di radiatore copre 6 – 40M, se si riduce a poco più di 14m utilizzabile perfettamente in 30M. Si può installare esattamente come un dipolo, quindi orizzontale, a V invertita o slooping. Se non si può mantenere orizzontale ad almeno 10 metri, preferibile V invertita o slooping anche usando un supporto leggero in vetroresina. E’ possibile, a partire dalla versione per i 40m, migliorare l’adattamento in 10M inserendo un condensatore da 150PF 3KV in parallelo al connettore 50 ohm, ma è opzionale

troppo ingombrante? nessun problema….. eccola in versione tascabile

Grazie per l’ispirazione a PI4TIL PA1SSB AA5TB N4SPP

riferimenti utili:

(N4SPP) https://www.nonstopsystems.com/radio/frank_radio_antenna_multiband_end-fed.htm

(AA5TB) http://www.aa5tb.com/efha.html

Verticali accorciate

Un compromesso? certo come ogni antenna….

ma ci si può divertire……

30 metri / verticale caricata al centro / singolo radiale coassiale elevato da 1/4wl

supporto 4 metri

30m
bobina 40 metri
loadedvert[1]
bobina 30 metri
vert
antenna 30 metri in costruzione
vert40
40 metri / verticale caricata al centro / singolo radiale coassiale elevato da 1/4wl/supporto 4 metri

I radiali coassiali da 1/4wl si realizzano semplicemente con un tratto di cavo coassiale di lunghezza pari a 1/4 onda moltiplicato per il VF del cavo (0.66 per rg58 o 174, 0.8 per cavi sat o foam)

dopo averlo misurato si collega in parallelo alla discesa e dalla parte opposta i due conduttori sono circuitati. Meccanicamente si semplifica molto utilizzando un connettore a ‘T’ e intestando il radiatore ed il radiale con un pl, come nelle foto sopra..Inizialmente il radiale avrà una lunghezza maggiore di quella calcolata, che andrà progressivamente ridotta fino al raggiungimento del perfetto adattamento. Il radiale deve essere sollevato dal terreno di almeno un metro.

radel
singolo radiale coassiale realizzato con RG58/223/174

in alternativa radiali sintonizzabili oppure con un elemento analogo al radiatore

taper
radiale flessibile regolabile